L’Ansia di Dover Sempre Fare di Più
- Psicoterapeute Milano
- 24 feb
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 25 feb
Ti sei mai sentito come se non stessi facendo mai abbastanza? Come se, non importa quanto impegno tu metta, ci sia sempre qualcosa in più da fare, un altro obiettivo da raggiungere, un altro compito da completare? L’ansia di dover sempre fare di più è una trappola invisibile, che ci spinge a vivere in un costante stato di tensione e insoddisfazione.
Viviamo in una società che valorizza la produttività sopra ogni cosa. Il riposo viene visto quasi con sospetto, come una perdita di tempo. Ci sentiamo in colpa quando ci fermiamo, come se non avessimo il diritto di rallentare. Ma cosa succede quando questo meccanismo diventa soffocante? Quando l'ansia di fare di più prende il sopravvento e ci impedisce di goderci ciò che abbiamo già fatto?
L’illusione di non essere mai abbastanza
Dietro il bisogno costante di fare di più si nasconde spesso la paura di non essere abbastanza. L’idea che il nostro valore dipenda da ciò che facciamo e da quanto riusciamo a dimostrare ci porta a credere che fermarsi equivalga a fallire. Così continuiamo a spingerci oltre, a riempire ogni spazio libero con nuovi impegni, a non concederci mai un momento per respirare.
Ma il problema è che questo ciclo non ha mai fine. Anche quando raggiungiamo un obiettivo, il sollievo dura poco: subito dopo arriva un’altra sfida, un altro traguardo da inseguire. Non ci permettiamo mai di sentirci soddisfatti, perché l’asticella si sposta sempre un po’ più in alto.
La fatica di non fermarsi mai
L’ansia di fare di più ha un costo. Ci porta a ignorare la stanchezza, a sacrificare il riposo, a vivere in uno stato di tensione continua. Il corpo manda segnali chiari: mal di testa, affaticamento, insonnia, difficoltà a concentrarsi. Ma spesso ignoriamo questi segnali, convinti che il problema sia nostro, che dovremmo solo imparare a gestire meglio il tempo, a essere più organizzati, più efficienti.
Alla lunga, però, questa corsa senza fine diventa insostenibile. Non si può vivere sempre con il piede sull’acceleratore.Continuare a fare, senza mai fermarsi, non è sinonimo di successo: è una strada sicura verso l’esaurimento. E se ti sembra impossibile rallentare, forse è proprio perché ne hai più bisogno di quanto credi.
Il diritto di fermarsi senza sentirsi in colpa
Fermarsi non significa essere pigri. Non significa arrendersi, né smettere di avere ambizioni. Significa riconoscere che il riposo è una parte essenziale del nostro equilibrio.
Eppure, per molti, concedersi una pausa è difficile. Ci sentiamo in colpa, come se dovessimo giustificare il bisogno di riposare. Ma proviamo a chiederci: chi ci ha insegnato che valiamo solo in base a quanto facciamo? Chi ha deciso che fermarsi è un lusso e non una necessità?
Rallentare non vuol dire smettere di crescere. Vuol dire smettere di correre senza sapere dove stiamo andando. Vuol dire concedersi il tempo di capire cosa vogliamo davvero, invece di inseguire obiettivi che non ci appartengono.
Dare valore a ciò che si è, non solo a ciò che si fa
Quando impariamo a rallentare, scopriamo qualcosa di importante: il nostro valore non dipende solo da quanto produciamo. Non siamo solo i nostri successi, i nostri risultati, le nostre performance. Siamo anche i nostri momenti di quiete, i nostri silenzi, la nostra capacità di ascoltarci e prenderci cura di noi stessi.
Permettersi di fermarsi significa riconoscere che il nostro benessere conta tanto quanto il nostro lavoro. Significa scegliere di vivere con maggiore consapevolezza, senza lasciarsi trascinare dall’ansia di fare sempre di più.
La psicoterapia come spazio per ritrovare equilibrio
Se ti senti intrappolato in questa corsa senza fine, se hai la sensazione di non poterti mai fermare senza sentirti in colpa, la psicoterapia può aiutarti a comprendere da dove nasce questo meccanismo e come iniziare a cambiarlo. Spesso il bisogno di fare sempre di più ha radici profonde: può derivare dall’educazione, da esperienze passate, da una paura inconscia di non essere abbastanza.
Un percorso terapeutico ti permette di esplorare queste dinamiche, di riconoscere i tuoi schemi di pensiero e di costruire un nuovo equilibrio, in cui il riposo non sia visto come un ostacolo, ma come una risorsa. Perché non c’è bisogno di arrivare allo sfinimento per sentirsi legittimati a prendersi cura di sé.
Puoi smettere di correre e iniziare a vivere
Forse oggi puoi concederti una piccola pausa, senza sentirti in dovere di riempirla con qualcosa di produttivo. Forse puoi iniziare a darti il permesso di fermarti, di respirare, di goderti ciò che hai già fatto.
Perché la vita non è una corsa contro il tempo. E il tuo valore non dipende da quanto riesci a fare, ma da chi sei, anche quando scegli di non fare nulla.
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